sabato 1 ottobre 2016

Fare, giocare, volare




C'era una volta un luogo lontano lontano dove le case erano fatte di fili d'erba, il pane aveva il sapore di una risata, i cani abbaiavano cantando e le persone sapevano fare cose incredibili. Ma la cosa più eccezionale era il mare! Era fatto di stelle e le sue onde erano solcate da navi di carta. 
A bordo di uno di questi vascelli, il 'Jerry Cornelius II', c'era un bambino di nome Simone.
Era un bambino molto solitario, appena finiti i compiti assegnatigli dal capitano,si ritirava sotto coperta in mezzo a libri e matite.
Intanto sul ponte tutti si davano un gran da fare! C'era chi dipingeva le vele con colori brillanti, chi con dei complicatissimi origami creava sirene e forzieri del tesoro. Qualcuno addirittura ritagliava pesci di carta e li metteva in padella. Insomma ognuno sapeva fare qualcosa di straordinario.
-Anch'io troverò la mia magia!- si ripeteva Simone mentre fantasticava nella sua cuccetta, ovviamente di carta.
Amava moltissimo fantasticare,si divertiva un sacco ad inventare luoghi, persone e animali mai visti prima.
Certe volte immaginava così tante cose che era costretto a prendere appunti per non scordare niente. E così, giorno dopo giorno, disegno dopo disegno, aveva riempito prima la cuccetta, poi tutta la cabina di esseri favolosi. C'erano polipi dai mille tentacoli, cavalli subacquei, enormi farfalle profumate e perfino una tigre senza fine.
Una notte il piccolo Simone fu svegliato da un gran frastuono che proveniva dal ponte superiore.
Simone aveva molta paura, si sentivano incroci di spade, spari di lupara e grida furibonde. Simone non riusciva a muoversi, tanto era spaventato, restava nella sua brandina di carta e tremava piangendo.
Intanto sul ponte infuriava la battaglia; era successo che alcuni marinai avevano imprigionato il capitano e stavano facendo ammutinamento!
Il piccolo Simone era impaurito, ma il capitano gli piaceva, lo trattava bene e faceva sempre in modo che a lui toccasse una doppia razione di gelato quando c'era. Insomma decise che paura o no doveva fare qualcosa, ma cosa?
Strizzò gli occhi forte forte, -Se riesco a immaginare qualcuno che mi possa aiutare forse salverò la nave- pensava, e intanto strizzava di più gli occhi.
All'improvviso dal buio della sua visione apparve un volto: era un giovane uomo con barba e occhiali che aveva qualcosa di familiare e che disse -Simone, tu hai già la tua magia!- Simone trasalì per la meraviglia e chiese -Ma come posso fare? Qual'è la mia magia?-
-Guarda tutti i disegni in questa cabina- disse l'uomo -Basata che tu soffi su ognuno di questi esseri e vedrai!- e detto questo sparì.
Simone fece quello che l'uomo aveva detto e magicamente i suoi disegni presero vita. Adesso aveva un fantastico esercito di esseri immaginari, -Andate a liberare il capitano e mettete in fuga quei furfanti!- ordinò Simone ritrovando un po' di coraggio.
Ci fu una  battaglia epica con trichechi giganti che facevano saltare i rivoltosi, cavalli alati e scimmie con sette teste che si mangiavano le scarpe dei pirati. La battaglia durò cinque giorni e cinque notti, ma alla fine il magico esercito di Simone ebbe la meglio.
Oggi Simone è grande ed è il capitano di quella nave con cui continua a solcare mari di stelle in cerca di nuove magie da disegnare.